Raffaele Ilardo
Come identificare un transistor e verificarne il funzionamento
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Chi opera nel campo dell'elettronica, davanti al mancato funzionamento di un progetto si troverà qualche volta nella necessità di verificare se un certo transistor sia o no difettoso. In altri casi, soprattutto a chi nel tempo ha accumulato una notevole quantità di componentistica, può capitare di trovarsi fra le mani dei transistor che moltoprobabilmente potrebbero essere utilizzati, ma la cui sigla è quasi cancellata; come capire di che transistor si tratta e quindi potersene ancora servire?
Vedremo di seguito un modo semplice di procedere che consentirà di:
1- verificare il perfetto funzionamento di un transistor di cui conosciamo la sigla
2- determinare, nel caso di transistor anonimi, se si tratta di un npn o di un pnp, e individuare i suoi terminali
1. Verifica del funzionamento di un transistor
Figura 1
i mammut possono essere separati facilmente e usati singolarmente per i collegamenti
Occorre procurarsi una sorgente di alimentazione di circa 5 V; vanno bene sia delle pile che un piccolo alimentatore 230 / 5 Vcc; servono poi un comune diodo led, una resistenza da 470 ohm ed una da 10 kohm.
Per realizzare i collegamenti ci si può servire di cavetti con pinze o dei morsetti ricavati dai "mammut" usati nei circuiti elettrici (figura 1).
Figura 2
La seconda fase della prova consiste nell'aggiungere una resistenza da 10 kohm fra il polo positivo e la base del transistor TR (figura 3); poichè adesso alla base di TR arriva corrente attraverso la resistenza da 10 kohm,
Figura 3
Se nel caso di figura 1 il led appare anche leggermente acceso, o se nel caso di figura 2 il led non si accende, il transistor è danneggiato.
2. Come identificare le caratteristiche di un transistor privo di sigla
Trovandosi davanti ad un transistor completamente anonimo, occorre procedere con un pò di pazienza.Figura 4
Figura 5
Utilizzando i punti P1 (l'estremità del led che ci porta il polo positivo) e dall'altro lato P2 (il negativo dell'alimentazione) eseguiremo i collegamenti nell'ordine indicato appresso e, ogni volta che il led si accende, lo scriveremo sullo schema.
1) collegare P1 a T1 e P2 a T2; se il led si accende, segnare una freccia sullo schema come in fig. 6
2) collegare P1 a T1 e P2 a T3; se il led si accende, segnare una freccia sullo schema come in fig. 7
3) collegare P1 a T2 e P2 a T3; se il led si accende, segnare una freccia sullo schema come in fig. 8
4) collegare P2 a T1 e P1 a T2; se il led si accende, segnare una freccia sullo schema come in fig. 9
5) collegare P2 a T1 e P1 a T3; se il led si accende, segnare una freccia sullo schema come in fig. 10
6) collegare P2 a T2 e P1 a T3; se il led si accende, segnare una freccia sullo schema come in fig. 11
Chi avrà avuto la costanza di arrivare alla fine, noterà nello schema che ad uno dei tre terminali fanno capo due frecce: quel terminale è la base del transistor. Se le due frecce vanno verso il terminale, il transistor è un PNP, mentre se le frecce si allontanano, si tratta di un NPN.
Di seguito vediamo alcuni esempi che illustrano come interpretare gli schemi:
fig.12: la base è il terminale T3; poiché le frecce vanno verso il terminale, si tratta di un PNP
fig.13: la base è ancora T3, ma poichè le frecce si allontanano dal terminale, si tratta di un NPN
fig.14: altro esempio di un transistor NPN dove la base è T2
Adesso che sappiamo quale terminale è la base del transistor, dobbiamo capire, fra i due rimanenti, qual'è il collettore e quale l'emettitore. Nel caso di un NPN, quindi,
Figura 15
Figura 16
Per un transistor PNP il procedimento è analogo; occorre però invertire l'alimentazione ed anche i terminali del led (figura 16).
Figura 17 - come eseguire la prova di figura 2 nel caso di un transistor PNP
Probabilmente la descrizione risulta eccessivamente lunga (e noiosa); ma vi assicuro che, presa dimestichezza, il tutto si risolve in pochi minuti di prova.